“Favorisca un documento…” I vini e le loro carte d’identità
Igt, Doc, Docg, sono molto più che semplici sigle: ciascuna di esse rappresenta tratti e caratteristiche ben determinate per interi gruppi di vini e uve. Dietro ognuna di esse c’è un grande lavoro che, quando riesce al meglio delle possibilità, merita il giusto riconoscimento. Possono dirci semplicemente e genericamente da dove vengono o illustrarci, già nel nome, l’origine lontana, la stirpe, il grado di nobiltà, ovvero “l’origine protetta” della loro famiglia.
Roma Doc bianco e rosso, Cesanese del Piglio Docg e Frascati Superiore Docg sono i gioielli della selezione Vinea Domini
L’etichettatura dei vini, lo si sa da sempre, non è solo questione estetica ma è il risultato di un lavoro lungo, faticoso, certosino, normato fino a dettagli apparentemente maniacali che, pure, possono fare la differenza.
Perché quando si parla di eccellenza, si sa, a fare la differenza sono il più delle volte proprio i particolari apparentemente insignificanti che però, poi, in realtà, magari al fotofinish, si dimostrano decisivi, al pari della particella elementare di un trionfo.
E allora addentriamoci davvero in questo mondo di sigle che sono l’alfabeto o meglio l’abc di ogni cantina o enoteca che si rispetti.
IGT…OVVERO: DA DOVE VIENI?
118 vini in Italia, e solo sei nel Lazio si fregiano di questo marchio che ci segnala l’indicazione geografica tipica del prodotto o Indicazione Geografica Protetta. I vini che possono avvalersene sono quelli che possono essere prodotti seguendo i rispettivi disciplinari di produzione. I marchi IGT presenti nella selezione Vinea Domini sono otto e appartengono tutti alla stessa indicazione geografica tipica: I.G.T. Lazio.
Si tratta di vini che si posizionano appena al di sopra dei vini senza indicazione geografica (quelli che una volta venivano chiamati vini da tavola e che oggi molto più semplicemente si chiamano vino bianco, rosso e rosato) e rappresentano quindi il collegamento tra questi e i vini a Denominazione di Origine.
I disciplinari di produzione dei vini a I.G.T. o I.G.P. hanno dei requisiti piuttosto blandi nel senso che la zona di produzione è molto estesa e il numero delle varietà che si possono utilizzare è ampio. In sintesi, si tratta quindi di vini che lasciano molto spazio alla fantasia e alle sperimentazioni del vinificatore che, sulla base delle proprie inclinazioni e preferenze sensoriali, decide in che direzione produrre.
DOC…OVVERO: A CHI SEI FIGLIO?
La qualità, la ricerca e le maglie del giudizio degli esperti chiamati a decidere si stringe quando si entra nell’area dei vini Doc, ovvero “Denominazione di origine controllata” o protetta.
La famiglia, il ceppo, la particolarità del vitigno diventa dirimente per attribuire una etichettatura già pregiata.
Le zone di produzione sono più piccole e le varietà che si possono utilizzare si riducono drasticamente. Talvolta, i disciplinari prevedono anche la possibilità di garantire un periodo minimo di affinamento oltre che parametri di natura sensoriale e analitica.
Per questo motivo, prima dell’imbottigliamento e la conseguente commercializzazione di tali vini, i prodotti devono superare un esame analitico e sensoriale, effettuato da enti terzi. In Italia, attualmente abbiamo 332 vini a Doc (i numeri sono suscettibili a cambiamenti in seguito all’introduzione di nuove denominazioni).
I vini a Doc prodotti dalla linea Vinea Domini sono 2 e appartengono tutti alla stessa denominazione: D.O.C. Roma. Il Roma Doc è il vino dell’Urbe nelle sue variegate qualità di bianco e rosso si fa amabilmente ambasciatore di una grande Storia che affonda le sue radici addirittura tra gli etruschi.
In un percorso sensoriale che sin dalla mescita nel trionfo del calice coinvolge, ben prima del gusto, lo sguardo, illuminato dalle tonalità dorate del bianco frutto dell’uva autoctona per eccellenza del vulcano laziale, la malvasia puntinata, oppure scaldato dal rosso intenso del Montepulciano, per giungere presto all’olfatto inebriato dai sentori rari dei fiori bianchi e frutti esotici del Roma Doc Bianco o dal condensato di frutti di bosco intenso e persistente che esala il Roma doc rosso, fino a giungere al gusto nel quale traspare la storicità profonda e viva del vino che porta il nome della Città Eterna. Si tratta di una varietà che nel periodo antecedente alla fillossera era molto presente sulle colline attorno alla capitale.
DOCG…OVVERO: NOBLESSE OBLIGE
In cima alla ideale piramide della qualità dei vini italiani ci troviamo di fronte ai calici sovrani del gusto, dell’olfatto e della vista, ovvero quelle bottiglie che possono avvalersi dell’etichetta D.O.C.G. a Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
Si tratta, evidentemente, di un’ulteriore restrizione del disciplinare di produzione che prevede areali estremamente ridotti, talvolta confinati ad un unico comune italiano e spesso costituiti da un’unica varietà. Identificatore deve assolutamente seguire i precetti che si trovano all’interno di produzione, che tra l’altro prevedono anche restrizioni relative al numero minimo di piante per ettaro, alla resa di uva per ettaro, oltre, ovviamente, a quanto già evidenziato per i vini a Denominazione di Origine Controllata.
Tra i 74 vini italiani a D.O.C.G., nel Lazio ne troviamo tre, due dei quali sono rappresentati dalla linea Vinea Domini, e più precisamente la D.O.C.G. Cesanese del Piglio e la D.O.C.G. Frascati Superiore.
Il Cesanese del Piglio Docg rappresenta al meglio l’orgoglio del Lazio e in particolare dell’alta Ciociaria dove le uve casae hanno attecchito nei secoli. Tra i rossi della nostra regione è di certo il più famoso, tipico e legato al territorio oltre che l’unico che gode del marchio Docg.
Un vino rosso al pari delle grandi varietà nobili italiane, ottenuto dalle uve di Cesanese di Affile, dal sapore ora più abboccato ora più sostenuto, sempre caratterizzato da un profumo particolare che ricorda le visciole mature. Corposo e morbido in bocca, con finale lievemente ammandorlato.
Di un invitante colore rosso rubino che con la maturità vira precocemente al granato.
Il Frascati Superiore Docg è il più celebre vino secco dei Castelli Romani oltre ad essere l’unica Docg di vino bianco del Lazio. Nasce da un’attenta selezione dei vigneti maggiormente vocati sul territorio del comune di Frascati, gli impianti più vecchi e quindi naturalmente meno vigorosi, a tutto vantaggio di una maggiore complessità aromatica e di una struttura gustativa davvero unica.
I vini a D.O.C.G. sono riconoscibili dalla presenza di una fascetta che riporta la garanzia dello Stato nei confronti dell’origine e della numerazione delle bottiglie.